
Quanto, e che cosa, hanno letto gli adolescenti in questo periodo? I pareri e i dati sono contradditori. Ma una cosa è certa: il libro non è morto. E può essere ancora un “rimedio per ogni malanno”
A sentire i ragazzi le chiusure forzate non hanno influenzato la loro voglia di leggere. Le misure restrittive per il contenimento della diffusione del contagio da Covid-19 che li hanno costretti all’isolamento domiciliare, non hanno influito negativamente sulle loro abitudini legate alla lettura di testi non scolastici. Pare infatti che soprattutto durante il primo lockdown i libri abbiano rappresentato uno dei loro passatempi preferiti, il rifugio agognato nel quale immergersi per non pensare alle brutture del momento. Paura, angoscia, solitudine, senso di smarrimento, assenze e mancanze sono stati i sentimenti che hanno prevalso nei giovani italiani ancora oggi chiusi in casa, in attesa di riprendere la vita di prima. I mesi di reclusione però hanno favorito lo “smaltimento” di quelle letture messe da parte, che prima o poi sarebbero state completate, con i segnalibri fermi a ricordare l’ultima pagina letta. La seconda fase di segregazione, quella che si è prolungata oltremisura, vede i più giovani appassire lentamente e avere un blocco non solo per la lettura ma per le attività cognitive tout court. Per fortuna non tutti la pensano così, c’è chi ha approfittato di questo lungo periodo per leggere il più possibile, quasi un atteggiamento compulsivo nei confronti dei libri cui è stato attribuito il compito di tenerli lontani dal presente, di farli evadere dalle loro camerette. «È stata l’occasione per finire di leggere I pilastri della terra di Ken Follett» mi racconta Gioele al primo anno di Università, «prima di cominciare gli altri due che mi hanno regalato a Natale, Mondo senza fine e Fu sera e fu mattina dello stesso autore. Ma in stand by ho I fratelli Karamazov di Fëdor Dostoevskij che spero di cominciare a leggere presto perché esce fuori dai miei canoni e mi incuriosisce conoscere uno dei grandi della letteratura mondiale». Si è iscritto a Filosofia, a Bologna, ma segue a distanza, come la maggior parte dei suoi coetanei. Ha terminato il Liceo scientifico nella stessa modalità, a casa, nella sua stanza, davanti al computer. La sua fortuna è la passione per la lettura, quella che lo ha aiutato anche nei momenti più cupi e difficili a sviluppare un pensiero alternativo. Anche Cristiana, agli ultimi anni della scuola secondaria di primo livello, ha giovato di questo periodo di sospensione dalle attività abituali per dedicarsi alla lettura. «Io ho letto molto, circa dieci libri, prevalentemente romanzi. Mi facevano star bene e soprattutto mi impedivano di pensare a cosa stesse accadendo fuori». Comportamento analogo da parte di Elena, studentessa di liceo, che ha trovato conforto nei libri. Lei però ha avuto atteggiamenti differenti: durante il primo lockdown si trovava in Canada per un programma scolastico di interscambio culturale e ha letto tanto perché disponeva di molto tempo. «Onestamente mi sono dedicata ai libri più leggeri – mi ha detto – che mi potessero rincuorare, i “libri per l’anima” come amo definirli. Leggere è stata davvero la mia salvezza in quel periodo. Ho letto i libri di Jodi Picoult, scrittrice statunitense, in particolare Between the lines, My sister’s keeper, The Kite Runner e un saggio, Women in mathematics». Questa seconda fase di chiusure alternate, invece, le sta creando non pochi problemi. «Purtroppo non riesco a leggere proprio niente, mi rendo conto di essere diventata quasi apatica e trovo difficile leggere anche per via della scuola». Dello stesso parere è Donatella, liceale anche lei, che racconta come «non sia un periodo molto “fecondo” per le nostre letture. Libri cominciati e lasciati a metà, qualche lettura così, una biografia di un cantante. Insomma, stiamo avendo un blocco, anche per la scuola». Ascoltando le loro indicazioni, i generi più letti sono stati i romanzi, quelli di formazione, i gialli, i fantascientifici, ma anche le biografie e gli horror. A leggere alcune statistiche pare che i più giovani effettivamente abbiano ragione. E l’Istat conferma in parte questa tendenza. Nel suo report sulle giornate in casa durante il lockdown 2020, ha infatti collocato la lettura al terzo posto tra le attività di tempo libero. Il 62,6% della popolazione si è dedicata ai libri, alle riviste, ai quotidiani con una differenza tra cartacei (34,6%) e digitali (39,7%). Sei lettori su dieci hanno trovato conforto nei libri, un dato in aumento se rapportato a quello del 2019 la cui percentuale si attesta al 40,0%. E i lettori forti sono stati proprio i più giovani, dai 6 ai 18 anni, con una percentuale che supera il 60% se riferito alle teenager e alle ragazze lettrici tra gli 11 e i 19 anni. Di opinione differente sono invece i dati forniti dal Centro per il Libro e la Lettura e dall’Associazione italiana editori che parlano di numeri in calo. Secondo la loro indagine l’attività della lettura si è collocata tra l’undicesimo e il sedicesimo posto per tempo utilizzato e sale al 50% la percentuale della popolazione che non ha letto libri a marzo e aprile scorsi. Al di là della guerra dei numeri, che sottolinea inoltre una diminuzione dei lettori forti e un aumento di quelli deboli, ciò che più interessa è capire quali letture abbiano tenuti impegnati i nostri ragazzi. Non bisogna infatti sottovalutare l’età di riferimento a cui stiamo rivolgendo la nostra attenzione, ossia l’adolescenza, quell’età di passaggio che tante problematiche reca con sé e che se non trattate adeguatamente rischiano di acuirsi. Su questo è intervenuta la psicologa e psicoterapeuta Rosa Mininno, fondatrice della prima Scuola di Biblioterapia, del Libro, della Lettura e delle Arti in Italia, che ha spiegato l’importanza della scelta dei libri sia per i pre-adolescenti che per gli adolescenti. «Leggere è una palestra di vita – ha detto –, attraverso le storie i ragazzi possono identificarsi con i personaggi e sviluppare empatia. La mancanza di quest’ultima è una, se non la causa di atteggiamenti violenti nei ragazzi. Se non possiedono gli strumenti critici di interpretazione della realtà, non sono in grado di fermarsi prima di commettere atti efferati come l’aggressione fisica, il bullismo, il revenge porn o altro. Occorre allora coltivare la loro intelligenza emotiva, la più alta forma di intelligenza, e stimolarli correttamente per le loro qualità intrinseche. È quindi importante indirizzare le loro scelte, perché anche da quelle dipendono i loro comportamenti». I romanzi classici rappresentano ad esempio un valido supporto per lo sviluppo dell’empatia e intervengono sulla psiche in modo determinante. Sui consigli di lettura è utile consultare Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno di Ella Berthousd e Susan Elderkin, Sellerio, oltre 600 pagine di titoli, autori, disturbi e cure per tutte le età e per tutte le patologie. Un vaccino contro il male di vivere, «un’immunizzazione […] che agisce allo stesso modo delle campagne di prevenzione contro il vaiolo o la poliomelite» come scrive in prefazione Fabio Stassi nel 2013. Alla sorprendente capacità di prevedere il futuro dello scrittore, rispondiamo che è vero, il libro rappresenta la cura per ogni malessere.
LETTURE CONSIGLIATE
Suggerimenti di lettura scaturiti dal dialogo con la dottoressa Rosa Mininno, psicologa e psicoterapeuta, fondatrice della prima Scuola di Biblioterapia, del Libro, della Lettura e delle Arti in Italia.
I classici David Copperfield di Charles Dickens e Piccole donne di Louisa May Alcott. Storie che hanno in sé anche delle tragedie ma non c’è atteggiamento di godimento dell’orrore, dell’orrido, ma di identificazione nelle vicende dei protagonisti che lottano per una rinascita.
In entrambi si sviluppa uno spirito di corpo per combattere la povertà, il prepotente di turno, e ad amarsi nonostante le divergenze.
Io sono Malala di Malala Yousafzai. L’autobiografia della vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2014 in cui l’autrice racconta del suo tentato omicidio in modo crudo. Un esempio positivo di lotta per la libertà e per l’affermazione dei propri diritti.
I rompiscatole. Storie di giovani eroi senza mantello di Vittoria Iacovella. È la raccolta di storie vere di ragazzi che in qualche modo hanno dei trascorsi di vita molto duri e che mettono a tacere gli adulti. I protagonisti cercano soluzioni, anche le più fantasiose, per infrangere le “scatole” in cui ci rinchiude la società.
La saga di Harry Potter di J. K. Rowling. Molti lo hanno già letto (e visto) tutto, gli altri non pensino che sia una lettura solo per bambini. Secondo uno studio di un gruppo di ricercatori coordinati da docenti dell’Università di Modena e Reggio, coloro che leggono la storia del maghetto imparano a combattere i pregiudizi, risultano più sensibili alle problematiche dei gruppi sociali discriminati come immigrati, omosessuali o rifugiati.
Lo stesso Harry Potter è un diverso e i lettori sviluppano una maggiore capacità empatica verso il protagonista.
L’arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita – Bianca come il latte, rossa come il sangue – L’appello di Alessandro D’Avenia. Libri che parlano di amore ma anche di morte, di separazioni, di compagnia, di amicizia.
Sono ottime letture perché l’autore trasmette una visione positiva che riesce a motivare e a coinvolgere i ragazzi.
La fantascienza classica di Isaac Asimov e i gialli di Agatha Christie, letture intramontabili.