
Le limitazioni relazionali imposte dalla pandemia rischiano di intaccare lo sviluppo identitario e l’evoluzione dei rapporti intimi. Che si inaridiscono o diventano virtuali
Uscire dall’infanzia, fare i conti con una nuova corporeità, svincolarsi dal controllo genitoriale, trovare nuovi riferimenti identitari, esplorare e comunicare emozioni, sono elementi che soprattutto nel periodo adolescenziale trovano espressione più critica. L’adolescenza, convenzionalmente, indica quel periodo di vita compreso fra la fanciullezza e l’età adulta, durante cui si verificano numerose trasformazioni (lo “scatto puberale” con la maturazione sessuale, l’inizio della vita sociale come scoperta e l’ingresso nel gruppo dei “pari” (i coetanei), la lenta conquista dell’autonomia psicologica dai genitori e dalla famiglia che si impongono con forza e visibilità tali da risultare, alcune volte, sconcertanti e disorientanti non solo per gli adolescenti ma anche per chi li osserva dall’esterno. Tra i vari cambiamenti percepibili emerge con forza lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari e il risveglio della vita sessuale, che trasforma in modo radicale la natura delle relazioni con la famiglia ed i coetanei.
Turbolenze
Quest’insieme di “turbolenze” tipiche dell’adolescenza sono state amplificate dalla pandemia da Covid-19, che ha introdotto delle nuove regole, sovraccaricando a tutto tondo i ragazzi sia nell’ambito della gestione quotidiana (scuola, attività sportive e/o ludiche) che nella gestione della dimensione individuale e relazionale (genitori, amici, partner). La pandemia, infatti, ha richiesto agli adolescenti di rimanere chiusi molto tempo a casa tra compiti e lezioni online, spesso dovendo condividere uno spazio con altri membri della famiglia, limitazioni negli spostamenti, lontananza dai compagni di scuola, dagli amici e dal partner, alimentando così il dispiacere, aumentando il senso di solitudine e amplificando disagi personali e relazionali, tanto da apparire agli occhi dei più come “spenti”.
Gli effetti pandemici sono stati impattanti nella vita degli adolescenti e anche la sfera sessuale, parte estremamente delicata, complessa e articolata, è stata travolta dalla pandemia. E con la sessualità è stata colpita l’identità dei ragazzi, essendo la sessualità pilastro per la costruzione della propria identità. Infatti, in questa fase l’adolescente non sessualizza solamente l’involucro corporeo e carnale ma anche la vita psichica e relazionale.
Per lo sviluppo della propria identità e di se stessi nelle relazioni intime un ruolo determinante è svolto dall’empatia ovvero dalla capacità di mettersi dal punto di vista dell’altro e di condividerne le emozioni. L’empatia ha un ruolo di primo piano nel funzionamento psicologico dell’adolescente sia a livello interpersonale che intrapsichico.
Lo scambio empatico è il processo attraverso cui l’adolescente stabilisce un senso di connessione con l’altro e “prova dentro” ciò che l’altro sente in una data circostanza. L’empatia caratterizza tutte le relazioni interpersonali emotivamente coinvolgenti e significative; è il principale canale per raggiungere reciprocità all’interno della relazione e una vera intimità sia fisica che psicologica.
Insoddisfazione
Non a caso durante la reclusione agli adolescenti non sono mancati, e continuano a non mancare, baci e carezze intime quanto la relazione con i coetanei, che rappresentano lo specchio di se stessi e concretizzano quel bisogno di sintonizzazione affettiva e reciprocità.
Le limitazioni relazionali imposte dalla pandemia potrebbero intaccare sia lo sviluppo identitario dell’adolescente che l’evoluzione dei rapporti intimi, tanto da trasformare in maniera significativa la grammatica sia delle relazioni intime che del corteggiamento. Infatti, secondo uno studio condotto dall’Università di Firenze e di Catania su 1515 giovani, dopo il lockdown il 53% ha dichiarato di non essere appagato sessualmente e prendono sempre più spazio i rapporti sessuali online e il sexting.
Le relazioni intime e sentimentali, pertanto, a causa delle diminuite possibilità di fare incontri, di innamorarsi, di avere rapporti sessuali, sono state demandate sempre più all’online. La rete e i social network sono diventati per gli adolescenti importanti alleati e luoghi in cui vivere la vita intima e affettiva, in quanto agevolano un certo grado di disinibizione e consentono di esplorare nuove forme di intimità e affettività.
Le nuove tecnologie hanno contribuito a creare uno scenario dinamico di configurazione e riconfigurazione dei legami e dei rapporti affettivi, al punto che l’intimità non si sviluppa più solo sul piano della realtà fisica, ma anche negli spazi virtuali, che si sono amplificati sempre più.
Sono emerse differenze nell’utilizzo della Rete: i ragazzi la usano soprattutto per attingere a materiale pornografico, le ragazze per promuovere la propria immagine.
Le restrizioni pandemiche mostrano in maniera evidente che ci si innamora di più della propria immagine, celebrando il trionfo del corpo estetico a discapito del corpo erotico e desiderante. Più selfie, sexting e fruizione di materiale pornografico, meno accoppiamento ed emozioni. I nuovi media riducono la consapevolezza emotiva, e dunque la produzione di neuroni specchio, fino ad esaurire anche i comportamenti conseguenti. Ciò vuol dire che, sebbene in rete si sperimenti tutta la vasta gamma emozionale, tuttavia, è lo schermo a frapporsi fra l’utente e il modo in cui essa viene espressa, come in una finestra che si affaccia verso un mondo affettivo altro, diverso, che sfocia in un “secondo sé”. Il corpo non è assente ma piuttosto è presente secondo modalità diverse e spesso le emozioni ad esse correlate muovono attraverso l’uso degli emoticon e delle gif, diventando più espressione simbolica e metaforica.
Mancanza di empatia e di consapevolezza emotiva sembrano rappresentare le nuove sfide che gli adolescenti dovranno affrontare per costruire la propria identità personale e relazionale.
Psicologa