
Tra gli adolescenti c’è una diffusa consapevolezza dei diritti e del rispetto. Ma permangono consistenti pregiudizi e stereotipi. Lo confermano le recenti indagini di Laboratorio Adolescenza-Iard e del Cnr.
Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca Iard hanno indagato in più occasioni, nelle loro indagini rivolte agli studenti delle scuole superiori, convinzioni e atteggiamenti degli adolescenti nei confronti della disparità e degli stereotipi di genere.
Dalle indagini di Laboratorio Adolescenza-Iard emerge una fotografia che vede gli adolescenti complessivamente piuttosto consapevoli del permanere di diverse forme di disparità di genere in Italia, e al contempo portatori di stereotipi di genere che, di fatto, non giovano alla causa della parità. La consapevolezza risulta più diffusa nelle femmine, ma non impedisce loro di esprimere stereotipi che penalizzano proprio le donne.
Le indagini Laboratorio Adolescenza-Iard su parità e rispetto tra i generi
Dall’indagine nazionale 2018 su “Parità e rispetto tra i generi” – realizzata mediante somministrazione di un questionario a risposte chiuse ad un campione nazionale rappresentativo di 2.654 studenti frequentanti le scuole secondarie – è emerso un quadro relativo alla percezione della parità di genere da parte degli adolescenti: solo il 38,1% del campione (27,4% delle femmine e 51,4% dei maschi) ritiene che in Italia vi sia un’assoluta parità di diritti, doveri e opportunità tra uomo e donna. In parallelo, l’81% degli adolescenti intervistati (88,7% delle femmine, 73,8% dei maschi) è convinto che nel nostro Paese siano ancora presenti pregiudizi che penalizzano le donne, diffusi soprattutto nell’ambito del lavoro: lo sostiene il 57,6% degli adolescenti. E il 59,6% (68,8% delle femmine, 48,2% dei maschi) ritiene che la cultura dominante nella nostra società sia ancora maschilista.
L’indagine evidenzia inoltre, in relazione al fenomeno della violenza sulle donne, come gli stessi adolescenti siano vittima di pregiudizi di genere: il 46,8% del campione è d’accordo con l’affermazione per cui “La donna è, almeno in parte, corresponsabile delle violenze che subisce”.
La successiva indagine di Laboratorio Adolescenza-Iard “Adolescenti tra presente e futuro” , rivolta nel 2019 a un campione di circa 800 adolescenti di Milano, ha a sua volta rilevato la percezione di una disparità di trattamento nel contesto lavorativo in Italia. Nel 2019, per un’ampia percentuale sia di ragazze sia di ragazzi, in quest’ambito donne e uomini non hanno, nel nostro Paese, le stesse opportunità e lo stesso trattamento: per il 65,7% delle femmine e il 69,6% dei maschi “donne e uomini hanno le stesse opportunità e lo stesso trattamento formalmente, ma non sempre sostanzialmente”, e per il 26,9% delle femmine e il 16,7% dei maschi donne e uomini non hanno parità di opportunità e di trattamento “né formalmente, né sostanzialmente”.
Rispetto di genere, la comunicazione pensata dagli adolescenti
A valle dei risultati dell’indagine nazionale, Laboratorio Adolescenza ha voluto coinvolgere in prima persona gli adolescenti sul tema del rispetto di genere.
Lo ha fatto attraverso il progetto “Dillo con parole nostre – Il rispetto di genere”, ideato dall’associazione e sostenuto da Ganassini Social Responsability di Milano: un percorso al quale hanno preso parte, prima che il Covid interrompesse la scuola in presenza, gruppi di lavoro composti da ragazze e ragazzi tra i 15 e i 18 anni.
Partendo da una riflessione sui risultati dell’indagine e a valle di un’apposita formazione, ciascun gruppo di lavoro ha realizzato una campagna di comunicazione sul tema del rispetto tra i generi destinata ai coetanei, realizzata attraverso la produzione autonoma di poster e video.
Il risultato – straordinario per freschezza, incisività e per essere riuscito a cogliere sfumature che probabilmente un adolescente vede meglio di un adulto – evidenzia che sono gli “stereotipi” la cosa che ragazze e ragazzi considerano più fastidiosa da subire, e che attentano a quel rispetto di genere che in una società civile dovrebbe essere una condizione naturale e non qualcosa da conquistare volta per volta. Stereotipi “limitanti”, tra i quali i più insopportabili riguardano il lavoro, le passioni, il modo di comportarsi e di vestire che vengono ancora catalogati e giudicati in base al sesso. I video e poster realizzati dai gruppi di lavoro che hanno preso parte al progetto sono visibili sul canale YouTube di Laboratorio Adolescenza.
La ricerca GAP 2020 del Cnr: giovani alla prova
Sul tema degli stereotipi di genere di cui sono portatori gli adolescenti del nostro Paese si sofferma anche l’edizione 2020 della ricerca “GAP – Giovani alla Prova – Ricerca su atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti italiani” (GAP 2020) realizzata da Cnr-Irpps (Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche), i cui risultati, resi noti l’8 marzo 2021, sono sostanzialmente in linea con quanto rilevato da Laboratorio Adolescenza e Iard.
La ricerca GAP, condotta nel corso del 2019, si è rivolta a 3.273 studenti e studentesse italiane che frequentano le scuole superiori sul territorio nazionale chiedendo loro di esprimere il proprio livello di accordo circa una serie di affermazioni riguardanti il rapporto tra uomini e donne.
Una pronunciata stereotipia di genere
I risultati – sottolinea il Cnr – confermano la presenza di una pronunciata stereotipia di genere, per la quale 4 adolescenti su 10 ancora ritengono che debba essere l’uomo a mantenere la famiglia (lo afferma anche il 25% delle studentesse) e 1 maschio su 4 che l’uomo debba comandare in casa.
Tra i vari temi affrontati, è di interesse anche la lettura di genere che gli studenti offrono del tradimento nelle coppie: 1 maschio su 5 pensa che il tradimento femminile sia più grave di quello maschile. D’altra parte, un’assunzione certamente positiva e che indica il superamento di uno dei più classici stereotipi è invece la constatazione che l’uomo non solo può, ma deve, svolgere le faccende domestiche.
Quindi gli adolescenti – sintetizza il Cnr – vivono una situazione di permanenza e pervasività di atteggiamenti stereotipati, pur nella convinzione che sia necessario il superamento di certi comportamenti tradizionalisti e antiquati e della forte rigidità dei ruoli di genere.
Discriminazione a scuola, sessismo, omofobia
I risultati di GAP 2000 mostrano inoltre che le ragazze, in ambito scolastico, sono vittime privilegiate di varie forme di discriminazione e violenza: sono soggette all’esclusione dal gruppo il 40% delle studentesse contro il 20% degli studenti; il 31% delle ragazze subisce insulti per l’aspetto fisico contro il 17% dei ragazzi; almeno 1 studentessa su 10 viene offesa in quanto donna.
Di segno analogo è l’atteggiamento verso il sessismo e l’omofobia. Il primo è mediamente tollerato, ovvero ritenuto un atteggiamento degno di rispetto e non giudicabile negativamente se non contestualizzato, da almeno uno studente su 10: i maschi presentano però una tolleranza al sessismo decisamente superiore alle femmine (13,4% contro 5,4%).
Infine, sempre circoscrivendo l’analisi sulle opinioni circa le diversità di genere, si evidenzia un ancor più elevato livello di tolleranza all’omofobia: questa può essere definita presente addirittura in 1 adolescente su 4, in particolare tra i maschi, ma non solo (32,7% dei maschi e 14,6% delle femmine).