
Gli adolescenti si curano “poco e male”, ma le medicine complementari potrebbero migliorare la loro adesione a cure e indicazioni terapeutiche.
Compliance, le resistenze degli adolescenti
La parola “compliance” (trad. “adesione alle regole”) ha significati differenti a seconda dell’ambito in cui viene utilizzata. In campo medico significa: “adesione del paziente alla cura e alle indicazioni terapeutiche ricevute”, ed è un aspetto di grandissima importanza per il successo di una terapia. Quanto più un paziente aderisce in modo convinto e disponibile alla terapia che gli è stata indicata dal medico (ovvero quanto più è alta la compliance), tanto più c’è garanzia che la terapia venga portata avanti in modo corretto e per il tempo indicato.
Garantirsi la “compliance” di un paziente non è sempre scontato ed è particolarmente difficile proprio con gli adolescenti per i quali entrano in gioco delle “resistenze” tipiche dell’età. Prima tra tutte la non accettazione della patologia di cui si soffre, che nella loro percezione, li rende “diversi” dagli altri. E la resistenza è ancora più forte se la terapia può avere un impatto evidente sulla vita sociale.
Anche la sola assunzione di farmaci trova spesso resistenze presso gli adolescenti per la convinzione – errata quanto si vuole, ma che non si può comunque ignorare – che possano in qualche modo essere “pericolosi” e avere effetti collaterali.
Ma se, a fronte di un malessere fisico conclamato, alla fine accettano il ricorso ad un farmaco “curativo”, l’approccio diventa molto più critico se il supporto farmacologico ha fini preventivi o è finalizzato a problematiche (come quelle di carattere psicologico) nei confronti delle quali c’è ancora un forte stigma.
Adolescenti e farmaci: in quali casi li assumono
Non è un caso se – come evidenzia l’indagine annuale sugli stili di vita degli adolescenti realizzata da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD – il 55% degli adolescenti assume farmaci se ha mal di testa, il 60% (delle ragazze) se ha dolori mestruali, e il 22% se ha dolori muscolari, mentre a fronte di problemi di sonno solo il 9% ricorre ad un medicinale, e ancora meno (7%) se il disturbo ha a che fare con aspetti legati alla sfera dell’umore.
Questo non avviene certo perché di mal di testa o di dolori muscolari si soffra di più; anzi è proprio il contrario: a soffrire spesso di mal di testa è il 29,3% degli adolescenti e ad avere spesso problemi legati alla sfera dell’umore è il 34,9% (47,2% delle femmine). Ad avere spesso dolori muscolari è il 28,8% degli adolescenti, mentre ad avere spesso problemi di insonnia è il 29,9%.
Il ruolo delle terapie complementari
Difronte a questa evidenza, ecco che le cosiddette “terapie complementari”, che si fondano su prodotti a base di piante o estratti di piante (fitoterapici) o a base di principi attivi di alimenti (integratori alimentari e nutraceutici), possono rappresentare – proprio per la loro naturalità – una modalità di intervento particolarmente utile per vincere le resistenze degli adolescenti.
Del tema abbiamo già parlato su questo magazine in “Adolescenti e terapie complementari”, che invitiamo a leggere, ma qui vogliamo sottolineare un ulteriore aspetto che deriva, ancora una volta, dai risultati dell’edizione 2023 della nostra indagine.
Adolescenti, serve una comunicazione dedicata
Solo poco più del 15% degli adolescenti (fascia d’età 13-19 anni) afferma di aver preso, almeno una volta, un medicinale omeopatico; meno del 12%, un medicinale fitoterapico. Il 15% afferma di non ricordare (percentuale simile per entrambi i rimedi) e, soprattutto, il 47% e il 43% non sa cosa siano, rispettivamente, i medicinali fitoterapici e quelli omeopatici.
Ancora una volta (lo si è visto molto chiaramente per quel che concerne le vaccinazioni) emerge quanto gli adolescenti siano distanti, anche alla soglia della maggiore età (le percentuali cambiano di pochissimo tra scuole medie inferiori e superiori) dall’acquisire e fare proprie informazioni che riguardano la propria salute e il modo di difenderla.
Oggi che anche le più importanti società scientifiche – dalla Società Italiana di Pediatria alla Federazione Italiana Medici Pediatri – hanno gruppi di studio e di lavoro che si occupano delle medicine complementari, sarebbe molto utile che si pensasse di progettare una comunicazione rivolta direttamente agli adolescenti, perché far crescere la loro consapevolezza su tutti gli ausili terapeutici oggi disponibili è certamente un modo efficace per aumentare quella preziosa “compliance” dalla quale siamo partiti.