
Ragazze e ragazzi devono avere sempre al proprio fianco un adulto che sappia ascoltarli e indirizzarli, ma facendo attenzione a non alterare il loro percorso di crescita.
Adolescenza, età di esperienze e scelte
Adolescenza: sappiamo tutti che rappresenta il periodo della “crescita” sia fisica che mentale, fatta di esperienze formative, in senso positivo, ma purtroppo, anche negativo. L’adolescente si “nutre” di queste esperienze e le plasma in un tempo che non è possibile definire in termini di durata. Sono proprio questi i due termini latini – crescere e nutrire – a cui fa riferimento l’etimologia della parola adolescente.
L’adolescenza è anche il periodo che s’identifica con quello delle scelte e quindi, data la scarsità di esperienze, anche dell’incertezza. L’incertezza che può renderli chiusi, introversi o spavaldi, estroversi, a volte addirittura arroganti. Pensiamo al bullismo, legato ad atteggiamenti di rivalsa sul più debole, sul diverso, spesso perpetuato da un soggetto altrettanto debole, il bullo, che intende così reagire alla consapevolezza delle proprie incertezze, anche se lo fa in modo sbagliato. A noi adulti il compito di capire e di intervenire per indirizzare entrambi, vittima e bullo, verso un percorso positivo.
Il percorso di formazione comincia nella prima infanzia
Ma come aiutare i giovani nel loro percorso di formazione? Occorre lavorare già nella prima infanzia, consentendo loro di scegliere anche le cose più banali nel quotidiano: il gioco da fare, le scarpe da indossare o la merenda da consumare. Dar loro la sicurezza dell’ascolto. Un inciso: se il bambino piange occorrerà accudirlo, il pianto è il suo modo di comunicare, lasciarlo piangere non è una strategia che lo rende sicuro e consapevole che qualcuno sia presente, per soddisfare la sua richiesta di aiuto.
Le difficoltà oggettive a progettare il futuro
Un altro aspetto che occorre considerare è legato allo sviluppo cerebrale. Nell’adolescenza il “nucleo acumens”, una parte dell’encefalo, ha la prevalenza su quello della “corteccia cerebrale”; questo è il motivo per cui nella maggior parte dei ragazzi si individua una tendenza alle esperienze ricreative rispetto a quelle di responsabilità. Dunque, nel chiedere ad un adolescente di progettare consapevolmente il proprio futuro commettiamo una sottile forma di violenza, perché non consideriamo le sue difficoltà oggettive: non che non voglia farlo, ma semplicemente perché non è ancora pronto per farlo.
Costruire il proprio futuro a 13 o 15 anni è una sfida che può avere risvolti positivi ma anche negativi; si pensi a quanti vorrebbero cambiare percorso, ma sono ostacolati da mille difficoltà. È questo un aspetto che il legislatore dovrebbe affrontare con una maggiore attenzione alla flessibilità.
Il contesto sociale e la visione del futuro
Un altro aspetto legato al futuro riguarda sicuramente il contesto sociale in cui i nostri ragazzi si stanno formando. Viviamo un periodo carico di incertezze sia dal punto di vista sociale che familiare. La scuola e l’università non offrono garanzie adeguate per l’inserimento nel mondo del lavoro; le scelte fatte sulla base delle inclinazioni spesso non consentono di utilizzare le competenze acquisite; le specializzazioni o gli stage non sempre garantiscono la loro “spendibilità” nel mondo del lavoro. Attualmente, poi, l’uso selettivo dei quiz nei concorsi ha peggiorato la situazione, perché la preparazione ha spesso poco da vedere con il risultato raggiunto nei test.
Il ruolo dell’adulto: la giusta distanza
Concludendo, a parer mio, le ragazze e i ragazzi devono avere sempre al proprio fianco un adulto che sappia ascoltarli e indirizzarli, ma facendo attenzione a non alterare il loro percorso di crescita con atteggiamenti prevaricatori o di derisione, ma piuttosto d’incoraggiamento e spirito critico, aiutandoli a riflettere sulle proposte e sulle scelte definitive.
Nascono nuovi adulti che avranno altre esigenze, dovranno saper operare delle scelte e far tesoro di quelle sbagliate per aver la forza e la volontà di affrontarle e superarle, nel caso non si rivelassero adeguate
Fiorella De Pascale – Insegnante, Napoli
Insegnante