
Integrazione, inclusione e rispetto per i fragili in un murale realizzato dagli studenti dell’Istituto Tecnico Bodoni di Parma.
Istituto Tecnico Bodoni di Parma, 9 maggio 2023, giornata dell’Europa. E, soprattutto, l’occasione per inaugurare due bellissimi murali realizzati dagli studenti sotto la guida del Maestro Mirco Incerti: uno che rappresenta il mondo senza confini e l’altro che, attraverso l’accostamento di opere e volti famosi, è una sorta di icona dell’inclusività.
Ed è proprio dietro questo secondo murale che c’è una bella storia da raccontare. L’idea di realizzare un murale che parlasse di integrazione, di inclusione, di rispetto per i fragili, nasce ai ragazzi coinvolti lo scorso anno nel progetto “La coscienza di Zeta” ideato da Laboratorio Adolescenza e sostenuto da Lactalis Italia. Il progetto aveva avuto il riconoscimento di Laboratorio Adolescenza “per la rilevanza del messaggio sotteso: ripartire [dopo l’interruzione generata dalla pandemia] con una socialità inclusiva e attenta alle minoranze e a chi è più fragile” ma, non essendo risultato il vincitore, per la giuria di Lactalis, non aveva potuto ottenere il finanziamento previsto.
A finanziarlo comunque ci ha pensato la scuola e il murale è diventato una realtà rappresentativa di una scuola che si caratterizza proprio per la sua vocazione multiculturale e la presenza di studenti che arrivano – non è un modo di dire – da tutte le parti del mondo. Ragazze e ragazzi che sanno bene, avendolo sperimentato sulla propria pelle, cosa possa significare un deficit di “inclusione”. Ed è proprio questo aspetto che è stato sottolineato da Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza che, intervenendo all’inaugurazione del murale e rivolgendosi ai giovani artisti ha chiosato: «Continuate sempre così, a combattere con ogni strumento per una società multiculturale e inclusiva, perché – piaccia o no a chi farfuglia a vanvera di sostituzione etnica – il futuro siete voi».
Elena Gavrilita, una delle studentesse coinvolte nella realizzazione del murale, ci racconta l’esperienza dal suo punto di vista.
«Quando tanti adolescenti di nazionalità, culture e religioni diverse, ma anche di vario genere e orientamento sessuale si incontrano, decidono di creare qualcosa che li unisca e li rappresenti. Questa era la nostra idea, ovvero quella di realizzare qualcosa che simboleggiasse la solidarietà che dimostriamo verso le diversità.
Ovviamente quando si ha un’idea del genere nascono tantissime divergenze. Proprio per questa ragione il murale rappresenta un equilibrio tra sfumature diverse, alcune più colorate, altre meno.
In tre anni di chiusura totale, a causa del covid, tanti di noi hanno preso ulteriore coscienza delle problematiche ancora irrisolte nella società. Vecchi pregiudizi ereditati dalle generazioni passate che, nonostante siano stati combattuti per anni, continuano a contaminare il presente.
Abbiamo creato questo murale per sostenere le battaglie di tante donne che vogliono essere ascoltate, ma anche per riuscire a dare voce a quelli considerati deboli o emarginati, perché non corrispondono agli standard creati dalla società.
La nostra speranza è che attraverso questo murale tanti altri possano acquisire maggiore sensibilità nei confronti della diversità, ma soprattutto possano imparare a trattare con rispetto chiunque andasse contro i loro ideali, religiosi o culturali che fossero.
Nonostante nel progetto “La Coscienza di Zeta” fossimo arrivati secondi, e quindi non avessimo avuto il finanziamento per realizzare l’opera, l’averla comunque realizzata, grazie alla disponibilità e sensibilità della scuola, ha rappresentato la nostra piccola grande vittoria. Vedere e sentire gli apprezzamenti degli ospiti – il giorno dell’inaugurazione – è stata una sensazione molto piacevole e soddisfacente, che mi spinge a lavorare sodo per portare avanti altre idee.
Ci rende molto orgogliosi sapere che tante persone hanno colto il nostro messaggio e ci hanno aiutato a dare vita a qualcosa di tangibile, che rimarrà sicuramente nel tempo.
A rendere magico questo lavoro è la consapevolezza che è frutto dell’incontro di tante bellissime e diversissime idee. Speriamo davvero che sia solo il primo di tanti progetti simili da realizzare per la nostra scuola».