
Informarsi è un “dovere” senza il quale, dopo un po’, si rischia di dimenticarsi di reclamare l’accesso all’informazione come diritto. Parola di adolescenti.
Durante un incontro con una classe di un liceo di Milano, con la quale Laboratorio Adolescenza sta realizzando un progetto sui “diritti e doveri” degli adolescenti, Francesca, 16 anni, dice: “Dovremmo avere il dovere di essere informati”. Attenzione: il dovere, non il diritto.
Una sfumatura non da poco che coglie l’essenza dell’aspetto: la strettissima correlazione – in tema di informazione – tra diritti e doveri. Perché, se il diritto di essere informati è un architrave di libertà (non a caso, le dittature e i populismi questo diritto lo negano o lo manipolano), informarsi è contemporaneamente un “dovere” senza il quale, dopo un po’, si rischia anche di dimenticarsi di reclamare l’accesso all’informazione come diritto.
D’altra parte la motivazione che Francesca fornisce è impeccabile e la sintetizzo così: “se vogliamo essere ascoltati e considerati non possiamo astrarci dalla realtà in cui viviamo. Ergo dobbiamo essere informati e consapevoli”. Nulla di più logico ed evidente. Di talmente scontato – in teoria – da poter risultare addirittura banale (se voglio scrivere devo saper scrivere). Eppure Francesca, consapevolmente o inconsapevolmente non lo so, ha impietosamente sollevato un coperchio
che mette a nudo una delle più avvilenti criticità dei nostri tempi. Parlare senza sapere.
Qui non c’entrano gli adolescenti se non come piccola parte del “tutto” dal quale, ahimè, assorbono abitudini e comportamenti, specie quelli peggiori. La freccia scagliata da Francesca va dritta al cuore di una società di analfabeti parlanti che ha trovato la sua via naturale di inquietante espansione attraverso Internet e i social, ma non solo. Proprio questo dilagare di “informazione” sprovveduta, se non addirittura dolosamente fuorviante, rende molto scivolosa la via dell’informazione senza virgolette, perché è sempre più difficile essere certi dell’affidabilità di una fonte.
Da qui l’interesse di Laboratorio Adolescenza Magazine a cercare di capire quali sono, oggi, i canali di informazione maggiormente utilizzati dagli adolescenti e se e quanto loro abbiano voglia ed interesse a verificare, e in che modo, la correttezza dell’informazione ricevuta. L’esempio che arriva dagli adulti, che in qualche modo dovrebbero indirizzarli in modo corretto, non è certo confortante, ma non sarebbe la prima volta se gli adolescenti ci sorprendessero con comportamenti più pragmatici di quelli praticati da coloro che dovrebbero essere i loro maestri.
Presidente di Laboratorio Adolescenza