
Se il cellulare viene tolto agli alunni in quanto elemento di distrazione, chi garantisce che loro non troveranno un altro modo per distrarsi? È proprio impossibile, allora, pensare ad una scuola che riesca ad interessare gli studenti a prescindere dal fatto che abbiano il telefono in tasca o chiuso nel cassetto della cattedra?
Niente più telefoni durante le lezioni: vengono ritirati alle otto del mattino e consegnati all’uscita, secondo la disposizione, emanata dal Ministero dell’istruzione, che vieta l’uso dei dispositivi elettronici a scuola. Norma, per altro, già da tempo autonomamente introdotta da alcune scuole.
La maggior parte degli insegnanti dichiara che a causa del cellulare tantissimi studenti non seguono le lezioni, si distraggono facilmente e non si impegnano nella maniera giusta. Qualcuno dice anche che, con il ritiro del telefonino, gli alunni saranno più concentrati e responsabili a scuola e, come conseguenza, anche più propensi a studiare a casa. Magia!!!
Ma facciamoci qualche domanda: se il cellulare viene tolto agli alunni, perché considerato un elemento di distrazione, chi garantisce che loro non troveranno un altro modo per distrarsi? Lo studente che non vuole seguire con attenzione le lezioni e che non è interessato alle spiegazioni dei professori, con o senza il cellulare, troverà sicuramente un altro “oggetto” da utilizzare per far passare il tempo più velocemente. È proprio impossibile, allora, pensare ad una scuola che riesca ad interessare gli studenti a prescindere dal fatto che abbiano il telefono in tasca o chiuso nel cassetto della cattedra?
Ma il discorso su una scuola “interessante” ci porterebbe lontano e qui ci limitiamo a parlare del telefonino e quindi, per tornare al telefonino, rendiamoci conto che oggi questo strumento fa parte della vita di tutti noi, adolescenti ed adulti, insegnanti compresi. Molti (non solo adolescenti) hanno “dentro” tutta la loro vita e rischiano di esserne totalmente dipendenti.
Quel che è vero è che non abbiamo mai ricevuto un’educazione adeguata per quanto riguarda l’uso corretto, qualitativo e quantitativo, del cellulare. E allora, invece di sequestrarli (domanda “tecnica”: in caso di evacuazione rapida chi si occupa della ridistribuzione dei cellulari?), perché non si pensa ad insegnarci ad usarli in maniera giusta ed efficace? Perché non sfruttare le enormi potenzialità che questi strumenti hanno per scopi didattici ed educativi, così come tanti, anche ad altissimo livello, li utilizzano per lavoro? Perché non inserirli nel piano didattico come strumenti attraverso i quali si potranno apprendere più cose rispetto al programma scolastico “normale”?
Ma anche: non c’è modo di far capire ad uno studente, anche attraverso una giusta sanzione, che utilizzare il cellulare durante una lezione è una mancanza di rispetto nei confronti dei docenti, ma anche dei compagni? Forse rispondere a queste domande, alcune probabilmente anche ingenue, sarebbe più utile che risolvere tutto con un divieto.
Studentessa