
I disturbi del sonno evidenziati dalle nostre ricerche durante i lockdown sono in parte diminuiti, ma in molti aspetti “cronicizzati”.
Avevamo già parlato di “adolescenti e sonno” nel numero 1- 2021 di Laboratorio Adolescenza Magazine, confrontando i risultati di due indagini realizzate da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD nel 2019 e 2021.
Se già quanto emergeva nel 2019 era considerato allarmante da medici ed esperti, la situazione evidenziata dall’indagine 2021 era risultata nettamente peggiore, sia riguardo le ore di sonno notturno, sia riguardo la qualità del sonno (vedi tabella1).
La causa di questo netto peggioramento, in un quadro che comunque peggiorava nel tempo, ma in modo meno repentino, era stata interpretata come una delle tante conseguenze non sanitarie della pandemia Covid sugli stili di vita. Di tutti ma, per quello che qui ci riguarda, degli adolescenti. E come per tutti i fenomeni che si sono in qualche modo considerati effetti diretti o indiretti del Covid, anche per le cattive abitudini relative al sonno la conclusione era stata un interrogativo: cessata l’emergenza si ritornerà alle abitudini passate, o no?
Per quanto riguarda le “notti” degli adolescenti la risposta emersa dalle evidenze è: “NI”. Riguardo l’orario in cui dichiarano di andare a dormire si è registrato un calo percentuale abbastanza netto, rispetto al 2021, di chi afferma di farlo dopo le 23.00 (47% vs 58,3%), ma siamo ben lontani dal “ritorno” al 2019. Inoltre va considerato che il leggero anticipo riguardo l’orario in cui si va a dormire si associa, con la ripresa della scuola in presenza, ad un risveglio mattutino inevitabilmente anticipato di almeno un’ora rispetto all’anno Covid. Per cui, alla fine, il “saldo” delle ore di sonno resta sostanzialmente uguale.
È invece rimasta sostanzialmente immutata la percentuale di chi afferma di fare fatica ad addormentarsi (71,5% vs 73,4%), ma è in ulteriore aumento, anche rispetto al 2021, se ci riferiamo solo alle ragazze (78,6% vs 74,4%).
La notte appare quindi sempre di più, per gli adolescenti, uno spazio destinato non a dormire, ma a proseguire – indisturbati – le attività di relazione sui social o la visione di infinite “serie” sulle piattaforme specializzate, o di short video e “Pov” (Point of View) sugli onnipresenti Instagram e TikTok. Non a caso l’abitudine di avere lo smartphone acceso H24 (quindi notte compresa) riguarda oltre il 75% della generazione Z e dintorni. E il fenomeno, che il Covid aveva accelerato, sembra essersi radicato. Ma, al dì là degli aspetti “mate- matici” di un’ora in più o un’ora in meno di sonno, ciò che sta cambiando, in negativo, è il “mood” generale degli adolescenti.
Tra le motivazioni che gli adolescenti indicano come causa della difficoltà a prendere sonno calano, rispetto al passato, quelle riferibili a qualche aspetto concreto (la scuola, problemi in famiglia, problemi con gli amici) e aumentano quelle più vaghe e generali come tristezza, pensieri negativi, nervosismo (vedi tabella 2).
D’altra parte il 48,5% dei ragazzi e addirittura l’82,6% delle ragazze (dati Laboratorio Adolescenza – IARD 2022) afferma di sentirsi triste, più o meno spesso, senza motivo. Anche i disturbi del sonno andrebbero quindi “letti” più con un grandangolare che con un teleobiettivo, e inquadrati in un contesto più ampio. Ancora una volta, quando ci riferiamo agli adolescenti, appare evidente quanto sia indispensabile un approccio che tenga conto contemporaneamente delle componenti fisiche, psicologiche e sociali. Una complessità che per altro conferma – e ci fa piacere constatarlo – che l’intuizione che ci ha spinto a far nascere Laboratorio Adolescenza, proprio con questi obiettivi, era giusta.