
Un commento all’articolo di Maurizio Tucci “Meno Eneide, più giornali in classe” (Corriere della Sera 25 gennaio 2023).
Caro Presidente,
Discorso sacrosanto quello che lei fa nel pezzo “Meno Eneide, più giornali in classe” uscito di recente sul Corriere della Sera.
Personalmente ritengo che la scuola intera avrebbe bisogno di una vera e propria rifondazione, non di quelle grottesche – per quanto sbandierate – “riforme” viste a ripetizione negli ultimi decenni, che hanno solo aggiunto orpelli e incoerenze al tronco della scuola gentiliana. La quale scuola gentiliana, che in questi giorni compie cent’anni, resta l’unico nucleo sensato e coerente rintracciabile nel caos dell’attuale scuola.
Intendiamoci: non sono affatto un conservatore innamorato della scuola autoritaria, fascista e classista pensata da Gentile, che però, almeno, era una persona intelligente, e la scuola l’aveva pensata sensatamente (rispetto alle sue finalità), e pensata con coerenza (proprio perché fosse pienamente autoritaria, fascista e classista).
Nessuno ha più pensato alla scuola con quella coerenza, per finalizzarla ad altri, più democratici e moderni, obiettivi. Mi verrebbe anzi da dire che alle sedicenti riforme che si sono succedute è mancato del tutto il pensiero.
Quindi ci ritroviamo con una scuola obsoleta, ancora autoritaria e classista, che sbandiera presunte modernizzazioni e si ammanta di presunte aperture salvo rintanarsi nel suo DNA gentiliano ogni volta che l’esigenza di cambiamento viene espressa dai ragazzi. In più, lo spirito imprenditoriale e aziendalista, immesso dalle riforme berlusconiane (Moratti e Gelmini), non funziona affatto come motore di modernizzazione, ma rinforza la dimensione autoritaria e classista.
Se poi al posto dell’Eneide dobbiamo propinare ai nostri studenti il guazzabuglio di iniziative fatue e farlocche generate a raffica dai burosauri ministeriali al solo scopo di esibire attivismo, non stupisce che la falange conservatrice di tanti colleghi “tradizionalisti”, drammaticamente legati ai loro programmi, rivendichi la superiore dignità dell’Eneide. E così il loop si chiude. Ciascuno di noi insegnanti si rintana nel sogno privato di una classe oasi, in cui entriamo richiudendoci la porta alle spalle e illudendoci di saper proporre qualcosa di indimenticabile ai nostri annoiati e ormai sempre più disincantati studenti, che per fortuna hanno una vita anche al di fuori di quelle quattro mura.
Paolo Demolli
Insegnante