
Un commento al Caffè di Gramellini “Raga, è Fedez” pubblicato sul Corriere della Sera del 26 gennaio.
Riferendosi alla inquietante risata del signor Federico Lucia (in “arte” Fedez) ad una sua stessa “battuta”, per altro incomprensibile, sulla vicenda di Emanuela Orlandi, Massimo Gramellini, sulle colonne del Corriere della Sera, ha scritto: “Federico Lucia è il personaggio di questo nostro tempo schiacciato sull’istante e su un’adolescenza perenne”. E poi aggiunge: “Fedez non è cattivo, è semplicemente social: può ridere sulla Orlandi e piangerla un minuto dopo, con il medesimo trasporto e l’assoluta convinzione di essere il primo e l’unico a farlo”.
Concordo pienamente con Gramellini che, tra l’altro, non si schiera con i giustizieri del web, sempre pronti a lapidare chiunque capiti a tiro, che hanno iniziato ad insultare Fedez, ma con il fratello di Emanuela Orlandi che con parole politicamente corrette ha commentato l’episodio dicendo, in sostanza (la sintesi è mia): “non è cattivo, ma proprio non ci arriva”.
Ciò che non condivido, invece, di quanto scrive Gramellini è il suo giudizio tranchant e a mio avviso molto superficiale sull’adolescenza: “L’adolescenza resta quel periodo barbarico della vita in cui, per reazione all’insicurezza e all’ansia che ti pervadono, ti senti l’ombelico del mondo, non rispetti gli altri e ritieni insignificante il passato”.
Occupandomi di ricerca sociale nel campo dell’adolescenza da trent’anni ed essendo da trent’anni a contatto con gli adolescenti, tutto mi verrebbe da dire meno che associare l’adolescenza ad un “periodo barbarico della vita”. Che ci sia, negli adolescenti, molta, forse troppa autoreferenzialità è in gran parte vero, ma quanta dell’ansia e della insicurezza che la genera è caratteristica endogena dell’età e quanta è invece causata dal contesto in cui “noi” li stiamo facendo vivere?
Intendiamoci, non sono affatto tra chi, autoflagellandosi, ritiene che le colpe siano sempre dei padri e che ai “ragazzi” debba essere perdonato tutto, proprio perché in fondo è sempre colpa nostra. Anzi, ritengo che gli adolescenti abbiano pieno “diritto” a doversi assumere le proprie responsabilità e a rispondere delle proprie azioni, ma il “non rispetto” degli altri, se c’è – negli adolescenti come negli adulti –, è individuale e non di categoria.
Ci sono adolescenti che farebbero la stessa idiota risata di Fedez e adolescenti che ne inorridirebbero. Ci sono adolescenti che devastano autobus e tram, e adolescenti che nel tempo libero fanno attività di volontariato. Ci sono adolescenti razzisti e adolescenti che, nelle scuole, aiutano nello studio i compagni che non parlano la nostra lingua. Così come tra gli adulti c’è Fedez, ma per fortuna c’è anche altro.
Anche sul “passato” non concordo con Gramellini: gli adolescenti non lo ritengono insignificante, ma purtroppo, ed è ancora più grave, non lo conoscono nemmeno. Emanuela Orlandi non sanno nemmeno lontanamente chi sia. E qui, forse, una responsabilità degli adulti ce la vedo davvero. Mia madre, e non credo assolutamente che fosse un’eccezione, ha accompagnato la mia infanzia e la mia adolescenza raccontandomi di tutto: da episodi banali della sua vita a ciò che accadeva nel mondo intorno a lei e nel mondo. Mi ha raccontato la guerra, la scuola dei suoi tempi, vecchi fatti di “cronaca” (chi si ricorda Bruneri e Cannella?), vecchi film…
Quanti genitori hanno tempo e voglia di fare questo, oggi?
Tornando a Fedez: non si è comportato come un adolescente, ma come un pessimo adolescente.
Presidente Laboratorio Adolescenza