
Secondo un’indagine che ha coinvolto 1.003 adolescenti tra i 13 e i 17 anni che vivono in Francia, l’interesse è molto più incentrato sull’intrattenimento che sulle notizie.
Adolescenti: il rapporto con l’informazione e l’uso dei media in Francia
In Francia, la casa editrice per bambini e ragazzi Milan Presse ha realizzato, con YouTube, un’indagine sugli adolescenti e l’informazione.
Affidata all’Istituto CSA*, l’indagine sul rapporto con l’informazione e l’uso dei media – condotta attraverso un sondaggio online (panel Bilendi**) dal 3 al 7 ottobre 2022 – ha coinvolto 1.003 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 17 anni che vivono in Francia.
L’indagine è stata presentata in occasione dell’evento Médias en Seine del 22 novembre.
Pur non trattandosi di un’indagine scientifica e di un campione rappresentativo, Laboratorio Adolescenza Magazine ne riporta i risultati principali, perché il lavoro è ricco di informazioni utili a comprendere l’atteggiamento e i comportamenti degli adolescenti nel rapporto con l’informazione e con il mondo dei media in Francia e, a prescindere dai confini geografici del sondaggio, offre al sistema educativo, ai media e ai genitori diversi spunti di riflessione sulla relazione con gli adolescenti a proposito dell’informazione.
Informazione sì, ma su quello che li interessa
L’83% dei ragazzi che hanno risposto al sondaggio francese ritiene importante essere informato, e il 93% dichiara di utilizzare le informazioni per formarsi un’opinione su ciò che lo interessa. Ma è proprio il “ciò che li interessa” a fornire una delle informazioni più significative.
In Francia l’interesse degli adolescenti per l’informazione è molto più incentrato sull’intrattenimento che sulle notizie: l’80% di loro (83% dei maschi) ritiene che le informazioni su videogiochi, serie e film siano di gran lunga più importanti delle notizie nazionali e locali. Per il 47%, questo tipo di informazioni è il più importante in assoluto. Decisamente meno significativo l’interesse per le informazioni sull’attualità nazionale (importanti per il 58% e “le più importanti” per il 15%), quelle sulla propria città o il proprio quartiere (importanti per il 42% del totale e il 46% per le femmine, e “le più importanti” per l’8%), sulle celebrità (importanti per il 39% del totale e addirittura il 53% delle femmine, e “le più importanti” per l’11%) e sull’attualità sportiva (37% del totale e addirittura il 54% dei maschi, e “le più importanti” 14%).
Marie-Anne Denis, direttrice generale di Milan Presse, si chiede se non si tratti di “Un volo verso la leggerezza, lontano dalla cupezza ambientale, dalle ansie ecologiche e dalla guerra”, anche perché, rispondendo allo stesso sondaggio, il 48% degli adolescenti confida che l’informazione li “demoralizza” o li “angoscia”.
Social network prima fonte, ma con il beneficio del dubbio
L’83% degli appartenenti alla fascia 13-17 anni si informa attraverso almeno un mezzo digitale, il 78% attraverso almeno una persona del proprio entourage e il 58% attraverso almeno uno dei media tradizionali.
Il formato preferito dai rispondenti al sondaggio per la fruizione dell’informazione è il video, indicato come tale dall’84% dei rispondenti, e i social network sono la principale fonte di informazione in assoluto: da qui ottiene le informazioni il 62% degli adolescenti. Seguono non distantissimo i genitori (54%) e la televisione (52%), mentre i siti web di notizie sono utilizzati come fonte di informazione dal 21% dei 13-17enni, pur essendo considerati “più sicuri” in termini di affidabilità dell’informazione.
Tuttavia, solo il 42% si fida delle informazioni che trova sui social network, mentre il 93% si fida dei propri genitori. Ed è appunto ai genitori che circa tre quarti degli adolescenti dicono di rivolgersi quando vogliono convalidare le informazioni (73%). Interessante anche il livello di consapevolezza dell’opportunità di incrociare più fonti, cosa che dichiara di fare il 56% del campione.
Le teorie complottiste fanno presa sugli adolescenti in Francia?
Quanto gli adolescenti che fanno parte del campione del sondaggio sono consapevoli, e quanto sono permeabili, alle cosiddette teorie del complotto? Solo il 23% dei rispondenti è decisamente o abbastanza convinto del fatto che siamo al corrente di tutto ciò che accade, mentre l’84% crede o considera plausibile qualche forma di complottismo.
In particolare, il 72% (che diventa il 75% tra i 15-17enni) è molto o abbastanza d’accordo con il fatto che qualcosa ci venga volontariamente nascosto, il 58% lo è rispetto al fatto che non ci venga detto tutto sui vaccini, il 41% concorda (molto+abbastanza) con il fatto che le persone siano sorvegliate segretamente dai governi e il 24% (molto+abbastanza) che vi siano organizzazioni segrete che dirigono il mondo.
Da sottolineare il fatto che gli adolescenti provenienti da contesti sociali e culturali meno privilegiati (indicati come Foyers CSP-***) risultano meno attrezzati per resistere alle affabulazioni diffuse in rete.
* CSA Research, è un istituto di riferimento per le ricerche di marketing e di opinione in Francia.
** Il Gruppo Bilendi è tra le principali realtà europee nella raccolta di dati per ricerche di mercato e customer engagement.
*** Le Categorie Socio-Professionali (CSP) sono una classificazione della popolazione francese effettuata dall’INSEE per definire ambienti sociali relativamente omogenei. Seguito dal segno “-“, l’acronimo si riferisce alle Categorie socio-professionali e ai relativi ambiti familiari più svantaggiati.
Fonte principale: Milan Presse.