
Intervista alla nuova presidente della Società Italiana di Pediatria: “È fondamentale conquistare la loro fiducia e stare attenti ai segnali di malessere”.
Annamaria Staiano
Presidente SIP, Ordinaria di Pediatria e Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II
In Italia l’assistenza medica è obbligatoriamente garantita dal pediatra fino ai 6 anni di età e può essere prolungata fino ai 14 anni (salvo casi particolari per cui può essere ulteriormente prolungata). Apparentemente il pediatra sembrerebbe quindi ai margini dell’adolescenza, mentre invece la pediatria italiana, e la SIP in particolare, ha un grande attenzione verso l’adolescenza. Quale è il motivo?
L’adolescenza fa senza dubbio parte dell’età pediatrica. Come SIP siamo impegnati nella tutela della salute psicofisica di tutti i soggetti in età evolutiva, bambini ed adolescenti, da 0 a 18 anni. Abbiamo già portato all’attenzione delle istituzioni la necessità di uniformare la definizione di età pediatrica e, di conseguenza, anche l’organizzazione dell’assistenza, per evitare che soggetti di età inferiore ai 18 anni siano assistiti da medici dell’adulto a causa della carenza di specialisti in pediatria che si riscontra in alcune aree del nostro Paese.
Se il bambino non è un cucciolo d’uomo è altrettanto vero, secondo lei, che l’adolescente non è un bambino più grande?
È certamente vero, l’adolescente non è un bambino più grande, ma non è ancora un adulto.
L’adolescenza è una fase estremamente delicata dello sviluppo dei nostri ragazzi, e l’assistenza agli adolescenti richiede una formazione specifica, come quella del pediatra. Naturalmente anche da parte nostra è necessaria una adeguata e costante formazione, in particolare sul fronte della comunicazione, perché sappiamo bene quanto sia complesso comunicare con gli adolescenti e guadagnarsi quella fiducia che è sempre alla base di un proficuo rapporto medico-paziente.
In adolescenza la maggior parte dei problemi di salute, intesa in senso lato, sono più legati ad aspetti psicologici che non fisici. Quale è lo spazio del pediatra?
Assistere gli adolescenti è un compito molto complesso. Bisogna essere attenti anche ad eventuali segnali indiretti di malessere, in quanto i ragazzi sono poco inclini a richiedere aiuto, anche in caso di necessità. Il rapporto fiduciario di lunga durata con il proprio pediatra di famiglia, in tal senso, può essere di grande aiuto. Inoltre, non dimentichiamo che tra gli adolescenti esistono anche soggetti con bisogni assistenziali speciali, come i giovani affetti da patologie croniche o da malattie rare. Per loro, il pediatra rappresenta ancor di più un punto di riferimento, in quanto generalmente ne conosce la storia clinica in modo approfondito, fin dai primi giorni di vita.
La transizione dal pediatra al medico di medicina generale non è semplicissima. Complice il fatto che gli adolescenti mediamente non hanno – per fortuna – grossi problemi di salute, spesso si traduce in una sorta di abbandono del rapporto con un medico di riferimento che può durare anche anni. Qual è il suo parere in proposito?
La transizione dal pediatra al medico di medicina generale richiede grande attenzione. Si passa infatti dalle cure pediatriche, che prevedono presa in carico ed accoglienza di tutto il nucleo familiare, alle cure dell’adulto, nelle quali c’è un rapporto diretto tra il medico ed il paziente, che è direttamente responsabile del proprio stato di salute. La transizione è particolarmente importante nei pazienti con patologie croniche, in quanto è dimostrato che una transizione inadeguata alle cure dell’adulto si traduce in un peggioramento dello stato di salute del paziente.
Dalle indagini realizzate da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD si è spesso evidenziata una sorta di insofferenza degli adolescenti ad andare dal pediatra per la presenza spesso invadente dei genitori. D’altra parte il pediatra è naturalmente abituato ad avere come interlocutore i genitori, per cui come si esce da questo “cul de sac”?
In generale, sebbene il pediatra abbia come interlocutore preferenziale i genitori, è importante che il bambino e l’adolescente siano sempre coinvolti nei processi decisionali relativi al loro stato di salute. Indipendentemente dall’età del soggetto, è necessario considerare il livello di “maturità” del singolo paziente, in quanto molti giovani, sebbene minorenni, sono già in grado di assumere decisioni responsabili per la tutela della propria salute. Inoltre, il pediatra, in caso di richiesta espressa da parte di un giovane paziente sufficientemente maturo, è tenuto a mantenere il segreto professionale in merito a quanto lui rivelato, anche nei confronti dei genitori o del legale rappresentante, ad eccezione delle “giuste cause” di rivelazione previste dalla legge o se la riservatezza esponga il minore a grave pericolo per la salute.
Lei è da pochi mesi alla guida della più importante società scientifica operante nell’area pediatrica. Quali sono i suoi obiettivi principali da raggiungere, in particolare nell’area che più interessa gli adolescenti?
Tra gli obiettivi principali che riguardano anche l’età adolescenziale c’è sicuramente, come già accennato, quello di uniformare la definizione di età pediatrica per garantire a tutti i soggetti di età compresa tra 0-18 anni assistenza adeguata in strutture dedicate.
In generale, come SIP siamo costantemente impegnati a proteggere la salute globale dei bambini e ragazzi del nostro Paese; questo include la difesa dei loro diritti non solo in ambito sanitario, ma anche per gli aspetti legati alla vita familiare e all’ambiente di riferimento.
Voglio menzionare il meritevole progetto “Non siete soli” promosso da Eni Foundation, al quale SIP ha aderito con convinzione, nato per offrire un supporto concreto agli adolescenti (e alle loro famiglie) che versano in situazioni di disagio sociale e manifestano disturbi alimentari nel post-pandemia.
La SIP è impegnata in un’importante campagna di comunicazione e sensibilizzazione sugli stili di vita corretti rivolta agli adolescenti e ha realizzato una sezione dedicata a questo progetto sul sito SIP.
Presidente SIP