
Una pediatra di famiglia e un primario di Pediatria esaminano l’esperienza della campagna di immunizzazione nei più giovani. E rispondono alle domande più frequenti.
Per i ragazzi di età pari o superiore a 12 anni sono stati autorizzati nel 2021 due vaccini per la prevenzione di Covid-19: a maggio Comirnaty (più noto come Pfizer), a luglio Spikevax (più noto come Moderna). Questo vuol dire che, dopo una accurata valutazione, le autorità sanitarie, in particolare l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), hanno ritenuto che questi vaccini rispondono ai criteri stabiliti di efficacia, sicurezza e qualità e che il rapporto beneficio/rischio è considerato positivo anche per questa fascia di età. Genitori e ragazzi spesso pongono domande su questi vaccini, proviamo a riassumere gli aspetti più importanti per una informazione corretta e aggiornata.
Perché è importante vaccinare i bambini e gli adolescenti?
Certamente nei bambini e nei ragazzi il numero dei contagi e il decorso della malattia sono meno gravi. Ma anche nella fascia 10-18 anni si sono comunque verificati ricoveri in ospedale e in terapia intensiva e i numeri sono aumentati molto: in Italia a maggio 2020 le infezioni pediatriche rappresentavano l’1,8% di tutte le infezioni da Covid ed erano deceduti 4 pazienti; a settembre 2021 siamo arrivati al 15,9% (5,6% 0-9 anni, 10,3% 10-19), in totale 723.439 casi, con 32 decessi.
Anche in età pediatrica ci possono essere forme gravi; in particolare, la sindrome infiammatoria multisistemica del bambino (MIS-C) è tra le conseguenze più temibili che si possono verificare in bambini o adolescenti dopo infezione da Sars-Cov2. Questa malattia, seppur molto rara (meno dell’1%), può causare danni a cuore, cervello, polmoni, reni, pelle, occhi e sistema gastroenterico, tanto che in mancanza di cure adeguate può essere fatale. Non dimentichiamo inoltre il long Covid – detto anche Post-Covid Syndrome – cioè l’insieme dei sintomi che persistono, anche per qualche mese, dopo aver superato l’infezione da Sars-Cov2: grande spossatezza, mancanza di respiro, difficoltà di concentrazione, sintomi depressivi e disturbo d’ansia. Alcuni studi riportano che il 20% degli adolescenti si porta dietro problemi di tipo psicologico come ansia, depressione, paura di quello che è successo o che potrà capitare.
Infine bambini e adolescenti non vaccinati creerebbero, insieme ai no vax, una sacca di popolazione suscettibile all’infezione che favorirebbe la circolazione del virus con il pericoloso rischio di nuove varianti potenzialmente più contagiose e capaci di ridurre l’efficacia degli stessi vaccini in uso. Non possiamo permettere questo perché sappiamo che vaccinare più persone possibile è l’unica strategia efficace per combattere la pandemia e riprendere le attività scolastiche, lavorative, sociali. Ricordiamo infine che vaccinandoci proteggiamo anche le persone che hanno risposte immunitarie insufficienti, sulle quali il vaccino funziona poco (ad esempio i trapiantati d’organo, i malati oncologici eccetera), che rappresentano circa il 5% della popolazione vaccinata.
Come funziona il vaccino anti Sars-Cov2? I vaccini anti Sars-Cov2 possono modificare il codice genetico?
I due vaccini Covid-19 approvati per la campagna vaccinale nei ragazzi dai 12 anni in su, utilizzano molecole di acido ribonucleico messaggero (mRNA). Un piccolo segmento di mRNA del virus, inserito all’interno di microscopiche vescicole lipidiche che gli permettono di arrivare nelle cellule, contiene le istruzioni per far sintetizzare la proteina Spike (la proteina presente sulla superfice del virus Sars-Cov2 che riesce ad entrare nelle cellule e provocare la malattia) da parte delle cellule della persona che si è vaccinata. La proteina prodotta non viene riconosciuta dal nostro organismo, parte quindi un “allarme” che stimola il sistema immunitario a produrre anticorpi specifici contro la proteina spike, impedendo in questo modo al virus con cui veniamo in contatto di infettarci, bloccandone l’ingresso nelle nostre cellule.
Il vaccino, quindi, non introduce nelle cellule di chi si vaccina il virus vero e proprio, ma solo l’informazione genetica che serve alla cellula per costruire copie della proteina Spike. Va anche ricordato che il frammento di mRNA contenuto nel vaccino, come tutti gli mRNA prodotti dalle cellule, si distrugge spontaneamente dopo pochi giorni nella persona che lo riceve; non può quindi né inserirsi nel DNA, né integrarsi nel nostro genoma, e quindi non può in alcun modo produrre modifiche del codice genetico.
Quali sono i comuni effetti collaterali del vaccino?
Gli effetti collaterali più frequenti negli adolescenti sono gli stessi segnalati dagli adulti vaccinati con gli stessi vaccini: dolore nella sede dell’iniezione, a volte con rigonfiamento e arrossamento, gonfiore dei linfonodi, stanchezza, mal di testa, dolori muscolari e articolari, brividi, febbre, vomito e nausea, più raramente diarrea. Di solito si manifestano alcune ore dopo la somministrazione, sono generalmente di intensità lieve o moderata e scompaiono rapidamente. Ricordiamo che ogni vaccinazione può determinare delle reazioni avverse, come accade anche per i farmaci, ad esempio un antibiotico o un antifebbrile che spesso usiamo per i malanni più comuni.
La protezione da vaccino inizia subito?
La protezione ottimale dei soggetti adolescenti si ottiene dopo circa 1 (vaccino Pfizer)-2 settimane (vaccino Moderna) dalla somministrazione della seconda dose ed è superiore a quella osservata nelle altre categorie di età.
Quanto sono efficaci i vaccini ad mRNA a prevenire l’infezione da Sars-Cov2? Quanto dura la protezione indotta da questi vaccini?
Attualmente l’efficacia dei vaccini a mRNA nei ragazzi 12-17 anni risulta elevata, dopo un mese dal vaccino gli anticorpi sono molto alti, anche più alti rispetto ai soggetti di età maggiore ai 18 anni.
Questo indica che il sistema immunitario risponde molto bene. La durata della protezione determinata da un ciclo vaccinale completo non può essere definita con certezza perché il periodo di osservazione è stato necessariamente di pochi mesi, ma allo stato attuale delle conoscenze per l’immunità contro altri tipi di coronavirus è probabile che possa essere almeno di 12 mesi.
I dati attualmente disponibili suggeriscono inoltre che i vaccini a mRNA utilizzati per prevenire la malattia negli adolescenti sono efficaci anche contro le varianti di Sars-Cov2 che circolano in Italia, purché sia completato il ciclo vaccinale.
È necessaria anche per gli adolescenti una terza dose di vaccino?
Nelle ultime settimane si sta discutendo in tutto il mondo sulla necessità di una terza dose di rinforzo dopo almeno 6-8 mesi dalla conclusione del ciclo vaccinale primario, in considerazione di alcune possibili varianti del virus, per le quali il vaccino è meno efficace, oltre che per la riduzione della protezione anticorpale che si è verificata a 10-12 mesi dall’ultima dose. Ciò è stato osservato in USA e Israele che per primi hanno completato la campagna vaccinale ed è simile a quanto succede per il vaccino antiinfluenzale che va somministrato ogni anno. Sulla base di queste considerazioni anche nel nostro Paese si è cominciato a somministrare la terza dose ai soggetti fragili, agli ospiti delle RSA, al personale sanitario, agli over 80 e a breve si proseguirà con la fascia 60-79. È pertanto ragionevole pensare che in tempi non lontani possa essere proposta anche agli adolescenti, appena si conosceranno i dati di protezione osservati negli oltre 7 milioni di under 18 americani vaccinati con 2 dosi.
Le domande ricorrenti
Il vaccino può causare infertilità?
I dati della letteratura scientifica escludono che i vaccini anti Sars-Cov2 negli adolescenti possano avere effetti sulla funzione riproduttiva ed essere causa di infertilità. Il CDC statunitense (uno dei più importanti riferimenti scientifici a livello internazionale per le malattie infettive) afferma che “non ci sono evidenze che possano suggerire problemi di fertilità come effetto collaterale di qualsiasi vaccino”.
La notizia di una possibile infertilità nelle donne nasce da un rapporto comparso sui social media che sostiene come la proteina spike del coronavirus sia uguale a un’altra proteina spike chiamata syncitin-1 che è coinvolta nella crescita e nel fissaggio della placenta durante la gravidanza. In realtà le due proteine spike sono completamente diverse e distinte, e il vaccino Covid-19 non influenza in alcun modo la fertilità delle donne. Un’altra preoccupazione che viene spesso riportata è quella dell’infertilità maschile: uno studio ha dosato il numero e vitalità degli spermatozoi prima e dopo il vaccino, senza rilevare modificazioni.
Esiste il rischio di miocardite a seguito di vaccino anti Sars-Cov2?
Il Comitato di valutazione dei rischi per la farmacovigilanza dell’EMA sta valutando eventi molto rari di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) e di pericardite (infiammazione delle membrane cardiache) che si sono presentati dopo la somministrazione di vaccino a mRNA. La maggior parte di questi eventi si è verificata nelle due settimane successive alla vaccinazione, più spesso dopo la seconda dose e nei giovani di sesso maschile. Tutti i casi riportati sono stati di modesta entità e si sono risolti in breve tempo con semplici cure mediche.
Dopo la vaccinazione è necessario, quindi, prestare attenzione ai segni di miocardite e pericardite, quali respiro corto, palpitazioni e dolore toracico, e rivolgersi immediatamente al medico in caso di comparsa di tali sintomi.
Comunque, quello che sappiamo con certezza è che l’infezione da Sars-Cov2, come altre malattie virali, può dare, anche se raramente, delle complicanze che interessano il cuore e altri organi.
Gli adolescenti con allergia (asma, rinite, congiuntivite, allergia alimentare), malattie croniche possono essere sottoposti a vaccinazione?
I ragazzi che hanno sofferto o soffrono di allergie respiratorie e/o alimentari possono vaccinarsi regolarmente (a meno che non abbiano manifestato uno shock anafilattico o stato di asma grave refrattario alla terapia farmacologica). Non vi sono controindicazioni alla vaccinazione nei soggetti con patologia cronica (ad esempio diabete, malattie cardiovascolari, respiratorie, reumatologiche, neurologiche, renali, tumori eccetera), anzi, essendo categorie a rischio in caso di infezione, devono essere vaccinati prioritariamente.
È possibile ricevere il vaccino se si è già contratta l’infezione da Sars-Cov2?
Non vi sono controindicazioni e non vi è la necessità di effettuare degli esami ematici per verificare se si è contratta l’infezione in precedenza. La vaccinazione non contrasta con una precedente infezione, anzi potenzia la produzione di anticorpi e di cellule della memoria. Devono comunque passare almeno tre mesi dalla guarigione, documentata da un tampone negativo.
In conclusione, è comprensibile avere dei timori nei confronti di un vaccino da poco entrato nell’uso, ma, come impariamo ogni giorno, possiamo e dobbiamo avere fiducia nella scienza che ci dice che la scelta della vaccinazione in questo momento è l’unica opportunità, in assenza di farmaci realmente efficaci, per salvaguardare la salute anche degli adolescenti, oltre che dell’intera popolazione.
E ricordiamoci anche le altre vaccinazioni
Non c’è solo il Covid. La pandemia ha ritardato o bloccato molti programmi di immunizzazione. Che sono altrettanto importanti.
Purtroppo, un effetto indiretto deleterio e importante della pandemia da Sars-Cov2 è stato il calo della copertura vaccinale nel nostro Paese, oltre che in molte altre nazioni. Ciò è stato particolarmente evidente nella fascia degli adolescenti. Il motivo principale è rappresentato dalle difficoltà di accesso ai Servizi vaccinali, che hanno altresì sospeso quasi tutte le sedute vaccinali durante il lockdown.
Un’indagine della Società Italiana di Pediatria ha dimostrato una perdita di oltre 3 milioni di vaccinazioni in età pediatrica nel primo semestre del 2020. Solo per quanto riguarda la vaccinazione contro il papilloma virus (HPV), secondo il Ministero della Salute nel 2020 oltre 700 mila adolescenti non hanno iniziato o completato il loro ciclo vaccinale. Questo ritardo è stato in parte recuperato a partire dall’inizio dell’anno in corso. È comunque di fondamentale importanza proseguire i programmi vaccinali ed effettuare il recupero dei soggetti sfuggiti alla vaccinazione durante il lockdown, garantendo una attenta e continua sorveglianza epidemiologica, al fine di individuare e controllare precocemente eventuali focolai di malattie prevenibili con le vaccinazioni oggi disponibili.
Va ricordato che le vaccinazioni rappresentano un importantissimo strumento di protezione sia individuale che collettiva nei confronti di malattie infettive potenzialmente molto gravi. Quindi vaccinarsi è un modo per difendere la propria salute ma anche e, soprattutto, un dovere sociale per proteggere le persone che possono ammalarsi più facilmente (ad esempio bambini molto piccoli o anziani) e coloro che per malattie gravi non possono essere vaccinati.
Vediamo quali sono i vaccini previsti dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale per l’età adolescenziale, e perché sono importanti.
Le vaccinazioni specifiche per l’adolescenza
La vaccinazione contro il papilloma virus umano (HPV). Il vaccino veniva somministrato fino al 2017 solo alle ragazze, dal 2018 è previsto nel corso del dodicesimo anno di vita, sia nelle femmine che nei maschi. È un vaccino di grande importanza, perché è il primo vaccino in grado di prevenire nei maschi e nelle femmine forme tumorali provocate dal virus per contatto sessuale. Le vaccinazioni anti-meningococcico quadrivalente ACYW135 (Men ACWY) e anti-meningococco B (Men B) sia nei soggetti adolescenti che non le hanno eseguite nell’infanzia sia in quelli che le hanno eseguite. Il maggior rischio di meningite nei ragazzi e nei giovani adulti è dovuto soprattutto allo stile di vita, alla frequentazione di luoghi affollati (discoteche, palestre, bar, ecc.) che possono favorire la diffusione di infezioni.
Richiami di alcune vaccinazioni già effettuate durante l’infanzia
Nell’adolescenza sono previsti i richiami di alcune vaccinazioni già eseguite da piccoli, perché il livello degli anticorpi per ogni singolo agente infettivo tende a ridursi nel tempo. Per questo motivo è importante ripeterle in adolescenza e, ad intervalli regolari, anche in età adulta o in particolari momenti della vita (ad esempio in gravidanza).
È raccomandato tra i 12 e i 18 anni un richiamo delle vaccinazioni anti-Difterite-Tetano-Pertosse-Poliomielite (dTpaIPV).
Dopo questa età si consiglia di fare un richiamo ogni 10 anni per il tetano-difterite-pertosse.
Sono inoltre raccomandate:
- la vaccinazione contro morbillo, parotite e rosolia per i ragazzi che non sono mai stati vaccinati (2 dosi) o eseguire la seconda dose se ne è stata eseguita una.
- la vaccinazione anti-varicella per i ragazzi che non hanno contratto la malattia o che non siano stati vaccinati in precedenza. La vaccinazione prevede 2 dosi a distanza di almeno un mese l’una dall’altra.
Sono infine raccomandate:
- la vaccinazione anti-epatite A (EpA), soprattutto se si effettuano viaggi in Paesi in cui la patologia è molto diffusa. Sono necessarie 2 dosi a distanza di 6-12 mesi una dall’altra.
- –la vaccinazione anti-Pneumococco (PCV13) (se non effettuata in precedenza) e la somministrazione annuale del vaccino contro l’Influenza.
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