
Gli studenti del Corso di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera realizzano le copertine di Laboratorio Adolescenza Magazine.
Susanna Castelli – comasca, classe 1996 – è iscritta al biennio magistrale di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Toccherà a lei, dopo l’estate, illustrare la copertina del prossimo numero di Laboratorio Adolescenza Magazine, dando il via alla collaborazione che Laboratorio Adolescenza ha avviato con il Corso di Pittura dell’Accademia condotto dal professor Stefano Pizzi, titolare di cattedra e componente del Consiglio di Amministrazione dell’istituto di alta cultura.
Obiettivo della partnership con il corso di indirizzo del Dipartimento di Arti visive di Brera, guardare all’adolescenza e al suo mondo con un approccio nuovo, quello dell’arte appunto, spesso in grado di sintetizzare in un’immagine il complesso e l’inafferrabile: due tratti di cui l’adolescenza stessa è fortemente impregnata.
A Susanna Castelli Laboratorio Adolescenza Magazine ha proposto una brevissima intervista.
LAM – Che cos’è, per te che te la sei lasciata alle spalle relativamente da poco, l’adolescenza?
SC – L’adolescenza è un periodo particolare: non si è più bambini e non si è ancora adulti; soprattutto, non si sa che cosa sì è. A posteriori, io vedo l’adolescenza un po’ come un percorso, una fase in cui si cerca di dare un senso, una direzione, a quello che si vuole diventare. Ed è un periodo non privo di difficoltà, come quella di scoprire e cogliere il proprio potenziale. Io, ad esempio, studiavo al liceo scientifico, pensavo che sarei diventata una veterinaria; disegnare e dipingere mi è sempre piaciuto, ma non avevo idea del fatto che potesse diventare una professione: per me era un hobby, un passatempo piacevole. Mi sono resa conto di poter aspirare a farne un mestiere solo quando ho avuto l’opportunità di incontrare degli adulti che lavoravano nell’illustrazione contemporanea.
LAM – Pensi che l’adolescenza sia cambiata, dai “tuoi tempi” a oggi?
SC – Ho un fratello di 17 anni, perciò i contatti con l’adolescenza sono ancora molto diretti. E se in lui rivedo molto di me stessa adolescente, forse anche perché siamo cresciuti nello stesso ambiente familiare, trovo i coetanei che frequenta piuttosto diversi da come ero adolescente io: più “grandi”. Ho l’impressione che gli adolescenti, oggi, cerchino di crescere molto velocemente, proprio come se volessero cancellare l’adolescenza, annullare la fase di mezzo o lasciarsela dietro il più presto possibile proprio perché è difficile da vivere.
LAM – Che cosa ti ha spinto a “dire di sì” a Laboratorio Adolescenza?
SC – Quando il professor Pizzi ce ne ha parlato, ho pensato subito che fosse una sfida interessante, proprio perché illustrare una copertina era qualcosa che non avevo mai fatto. E poi mi sentivo vicina al tema dell’adolescenza, non tanto perché ho un adolescente in famiglia, quanto perché amo disegnare e dipingere soprattutto le persone: tra i miei soggetti preferiti ci sono i ritratti.
Dopo Susanna, altri giovani artisti del Corso di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera si cimenteranno in questo compito arricchendo uno dei capisaldi di Laboratorio Adolescenza, l’interdisciplinarietà, di un’ulteriore componente. Gli studenti dell’Accademia, a loro volta, avranno l’opportunità di arricchire la propria esperienza artistica portando gli “attrezzi del mestiere” fuori dall’ambito strettamente accademico e mettendo a confronto le competenze acquisite e il proprio talento con le specificità di un contesto editoriale.
Giornalista