
Come legami solidali si possono trasformare in competenze di una comunità sul territorio.
L’emergenza Covid-19 e la fragilità delle famiglie
L’emergenza Covid-19 ha mutato rapidamente e profondamente consolidate abitudini e prassi organizzative delle famiglie, ridisegnando ulteriori faglie di diseguaglianza. Le famiglie si sono rivelate importanti serbatoi di “cura”: l’incertezza e le fragilità sono divenuti, in molti territori, un’occasione per allenare famiglie e cittadini ad essere promotori di comunità e di coesione sociale.
Questa fase così critica ha messo in luce, in modo dirompente, il valore protettivo che i legami comunitari e le competenze di cittadinanza esercitano nel fare fronte anche ad eventi del tutto eccezionali, andando ad attutire le fragilità dei singoli.
Le famiglie si sono trovate a dover far fronte a compiti di sviluppo molto diversi da quelli ordinari, che hanno richiesto nuove competenze e un continuo riadattamento dei propri processi di apprendimento per poter gestire la quotidianità. L’emergenza Covid-19 ha, infatti, chiesto alle famiglie di assolvere a nuovi ruoli, che non hanno trovato riscontro in modelli di riferimento precedenti, e hanno esposto tutti a difficoltà contingenti nella gestione familiare e nella ridefinizione di responsabilità genitoriali. Riprogettarsi come famiglia nei tempi dell’emergenza ha richiesto oltre a interventi straordinari di sostegno, anche una prossimità ordinaria intesa come spazio di esercizio e di apprendimento di nuove competenze.
Family M’app: la comunità territoriale al servizio di salute e benessere
Family M’app è un progetto che cerca di fare sintesi e portare in evidenza queste spinte di coesione, trasformando le esperienze di prossimità molto diffuse in tempo di pandemia, in nuove competenze per le famiglie, ma soprattutto collocare questi apprendimenti in una cornice istituzionale e metodologica finalizzata a promuovere la corresponsabilità della comunità territoriale nel costruire salute e benessere.
Family M’app nasce in alcuni Comuni dell’area Adda Martesana grazie al cofinanziamento di Fondazione di Comunità Milano e al lavoro di tre organizzazioni del terzo settore, Cooperativa Milagro, Cooperativa Dialogica e Aleimar ODV che lavorano da anni con le famiglie e con le comunità del territorio.
Family M’app è in primo luogo un’applicazione, uno strumento virtuale punto di riferimento per la famiglia che informa, ascolta, valorizza e supporta; ma è anche uno spazio progettuale che organizza momenti di dibattito e confronto aperti al pubblico su tematiche sociali ed educative; si raccorda con i servizi del territorio; è un luogo dove enti, istituzioni, associazioni di volontariato, ma anche singoli cittadini, costruiscono insieme progetti, programmi ed iniziative rivolti al vivere quotidiano delle famiglie.
L’app è attiva da novembre 2020 come sperimentazione su un territorio di 8 comuni; da febbraio 2021 si è diffusa ai 27 comuni che compongono il territorio dell’Adda Martesana. A fine aprile 2021 sono più di 600 le famiglie che hanno scaricato l’app. Il team di lavoro è composto da operatori e da genitori che quotidianamente, attraverso la promozione dello strumento, convocano gruppi di famiglie, singoli cittadini o associazioni familiari, per condividere competenze, visioni e bisogni.
I gruppi locali come elemento fondante
Fin dall’origine di questo progetto la costituzione e la partecipazione di gruppi territoriali è risultato uno degli elementi fondanti. La creazione di diversi gruppi strategici ha permesso, e favorisce ancora oggi, la reale partecipazione delle famiglie, che non sono chiamate solo ad usufruire di un’opportunità, ma al mantenimento e allo sviluppo della stessa. Risulta importante continuare a creare una rete che possa sentirsi responsabile nell’offrire un’informazione puntuale e di senso, rispetto ad opportunità e spunti del proprio territorio.
Diversi sono i modi e le forme per i genitori di contribuire alla diffusione non solo dello strumento, ma di una cultura di coesione e partecipazione: c’è il Gruppo dei genitori che ha dato origine all’idea e che continua il proprio ruolo di sviluppatore degli stimoli e delle strategie da adottare; a questo si affianca il Gruppo dei genitori territoriali, formato da genitori “ambasciatori locali” che fungono da antenne di rilevazione dei bisogni delle famiglie e aiutano a declinare lo strumento dell’app su delle esigenze specifiche, ad esempio per costruire un’informazione integrata sulle proposte estive a disposizione delle famiglie.
Gli adolescenti e l’esercizio di con-cittadinanza
Family M’app è anche spazio aperto agli adolescenti come esercizio di con-cittadinanza, che li vede sperimentarsi nel passaggio da una socialità “naturale” a quella di cittadino, con un ruolo proattivo nella diffusione di informazioni tra pari.
Durante il periodo pandemico, le ragazze e i ragazzi incontrati nei progetti di politiche giovanili, soprattutto dai 14 ai 18 anni, hanno mostrato un livello di fragilità ancora più elevato nella propria rappresentazione sociale. Ognuno con le proprie unicità e differenze, sono apparsi individui in lotta tra un’immagine di sé in costruzione e ricerca e un desiderio di realizzazione spesso scarsamente basato su un piano di scelta e possibilità reale.
La scarsa formazione e la scarsa possibilità di elaborazione della propria esperienza, incanalano molti dei ragazzi incontrati in tentativi di “diventare grandi” spesso connotati come fattori di insuccesso o di rischio. Faticano a tenere insieme aspettative sociali di “riuscita” (familiari, amicali ecc.) e un reale progetto personale di vita.
Una piattaforma di conoscenza e scambio con e per i ragazzi
Family M’app è utilizzata dagli operatori dei centri giovani come piattaforma di scambio per selezionare con i ragazzi le informazioni e le esperienze da condividere in tema di orientamento, iniziative estive, spazi di esercizio di lavoro, proiettandoli in una dimensione che va al di là della propria individualità ma li convoca su un pensiero di “utilità” per l’altro.
Family M’app non punta solo ad essere scambio e solidarietà tra famiglie e adolescenti, ma promuove conoscenza di qualità sui temi di interesse di questi target. Mai come in questo periodo, infatti, la scienza ha riconquistato una posizione agli occhi dei cittadini, in quanto riferimento che consente di leggere la realtà e di prefigurarsi scelte e conseguenze. Paradossalmente però proprio là dove sembra così facile attingere per conoscere, ovvero la rete, si trova anche la giungla nella quale diventa fondamentale saper distinguere la veridicità delle fonti e la qualità dell’informazione stessa per poter fare scelte di salute.
Questo vale ancora di più quando si tratta di salute e benessere dei minori e adolescenti, dove le convinzioni o le ansie personali di “fare il meglio possibile” rischiano di esporre a fake news o a teorie infondate dal punto di vista scientifico. Per questo Family M’app assume, come dimensione strategica per una partecipazione corresponsabile alla propria comunità, la costruzione di conoscenza e non il mero “consumo di informazioni”: si offrono cioè non solo contenuti selezionati in tema di normative, servizi, pedagogia, psicologia, medicina pediatrica, ma si allenerà continuamente il lettore ad un approccio critico rispetto all’informazione.
Costruire contesti e servizi family friendly
Altra vocazione a cui si andrà a dedicare Family M’app nei prossimi mesi è l’implementazione della comunità locale nel costruire contesti e servizi family friendly, attenti alle esigenze delle famiglie, al tema conciliazione dei tempi, alla fruizione in sicurezza di spazi, all’accessibilità anche economica di beni e servizi: tale obiettivo guarda al coinvolgimento non solo di gruppi di genitori o di soggetti tradizionalmente votati a offrire servizi alle famiglie (terzo settore, volontariato, oratori, ludoteche…), ma anche e soprattutto di soggetti spesso esterni all’ambito del sociale, ovvero aziende, esercizi commerciali e artigianali, bar e ristoranti ecc.
In altri termini, Family M’app punta al coinvolgimento attivo del tessuto produttivo della comunità, che si intende agganciare superando la mera logica dello sponsor o del venditore di nuovi servizi per un target diverso, o del welfare aziendale circoscritto all’offerta di servizi per i propri dipendenti, per attivare una visione più trasversale e di co-progettazione di iniziative di welfare per le famiglie, che considerino la qualità di vita complessiva delle famiglie nella comunità (es. la tematica della conciliazione famiglia/lavoro in tempi di smartworking, la fruizione di servizi a domicilio, la promozione di stili di vita sani…) e la valorizzazione di iniziative trasversali che consentano anche di fare economie di scala e quindi diffondere a realtà produttive più piccole una cultura e opportunità di fare welfare family friendly.
La diffusione dello strumento è anche occasione sui territori di condivisione con ruoli politici e tecnici delle pubbliche amministrazioni del tema della partecipazione attiva della comunità al processo di programmazione dei servizi.
Riferimenti
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